FEBA / Lisbona 2011 - Bernard Dandrel: riflessioni sul volontariato

Impossibilitato a partecipare direttamente, il Presidente Onorario della Federazione Europea dei Banchi Alimentari ha inviato un messaggio che, usato come spunto per gli incontri a tema, ha permesso interessanti riflessioni.

"Cari amici,

condivido appieno la vostra eccellente iniziativa di voler fare un’indagine,  all’interno della vostra rete, sul tema del volontariato. Mi ha impressionato il numero dei volontari: 7900! Penso che non abbiate tenuto conto di tutti quelli che si impegnano puntualmente per la Giornata della Colletta, ma che sono una parte fondamentale della vostra mission.

I risultati dell’indagine vi verranno presentati e potrete valutare i punti forti e deboli della rete dei BA.

Voglio ora fare qualche riflessione sul nostro concetto di volontariato: la sua utilità, la sua motivazione, le sue azioni, le sue speranze e le sue difficoltà e altri aspetti ancora.

Qualche informazione generale

Il volontariato svolge un ruolo fondamentale nel rafforzamento del tessuto sociale. Permette agli individui di sentirsi responsabili e utili. Permette alle persone che partecipano alle azioni di solidarietà e di aiuto, come quelle realizzate dai BA, di sentirsi promotori di un progetto collettivo e di sviluppare un sentimento di appartenenza alla collettività.

Oggi più che mai il volontariato s’impone con forza come una necessità per controbilanciare la solidarietà professionale dello Stato, di cui uno degli effetti perversi è stato quello di ridurre considerevolmente le nostre solidarietà gratuite e naturali di prossimità.

Che cos’è un volontario?

L’avete definito come una persona che dona parte del suo tempo per aiutare gli altri, per fare qualcosa di positivo, per regalare amore e amicizia, senza un compenso e, aggiungerei, senza ricevere in cambio niente altro che la gratificazione morale della gratuità del dono.

Per farvi sorridere, vi citerò la definizione di un volontario fatta da un impiegato: “il volontario è allo stesso tempo santo, perverso, nevrotico…e indispensabile”!!!

Questa critica solleva una questione: come conciliare il rapporto volontario/stipendiato?

Ne riparleremo più avanti in questa relazione.

Il volontario non ha sempre una buona immagine, ma oggi il suo riconoscimento e la sua serietà  sono molto aumentati e ha raggiunto un peso imprescindibile nella vita sociale ed economica del paese.

Essere volontario nei BA

Il candidato volontario – come d’altra parte il candidato stipendiato- deve prima di tutto conoscere e condividere la finalità del BA: nutrire coloro che hanno fame di pane e di amicizia attraverso le reti degli enti caritativi.

La persona in stato di bisogno deve essere presente nella coscienza di ognuno. E questa realtà dovrà essere sempre ricordata con i mezzi appropriati: per esempio le visite nei centri di accoglienza degli enti; qualche foto, che raffigura queste persone accompagnate, negli uffici dei BA; la visita a piccoli gruppi di queste persone presso i BA allo scopo di rendere più concreto il legame di questa catena di solidarietà; o ancora una giornata di condivisione tra volontari e stipendiati del BA e i rappresentanti delle associazioni, con momenti di testimonianze e riflessione. Un anno dopo l’apertura del BA di Parigi, avevo proposto questo tipo d’incontro che si è poi ripetuto con temi e interventi diversi negli anni a seguire.

Come si realizza la mission?

Attraverso l’azione del DONO e della CONDIVISIONE.

Non solo il dono e la condivisione del cibo o di altri beni utili alla mission del BA, ma anche il dono e la condivisione di se stessi. Mi offro con la mia generosità, con il mio cuore, con le mie competenze e ricevo in cambio il dono e la condivisione di coloro con i quali farò lavoro di squadra: le ricchezze e le debolezze di ciascuno, le fatiche e le difficoltà nel raggiungimento della mission ma anche le gioie e i successi: collette alimentari annuali riuscite, inclusione sociale delle persone isolate grazie al lavoro degli enti sostenuti, coordinamento per un miglior servizio di aiuto alimentare, ecc…

Tutto questo implica da parte di ciascuno: l’ascolto dell’altro, una buona dose di umiltà e di semplicità, pazienza , senso dell’umorismo e buon umore.

Il reclutamento dei volontari

Alcuni volontari si presentano spontaneamente le più diverse motivazioni: desiderio di fare a pensione raggiunta, desiderio di non restare soli, voglia di aiutare gli altri…. Ma questo tipo di volontariato è spesso limitato.

Altri volontari si offrono spinti dai loro parenti, da un amico o dal medico (perché no?), ma uno studio più approfondito delle motivazioni s’impone.

La pianificazione di un’azione di reclutamento avrà più successo se  ne saranno state definite la mission e le competenze richieste. Molti paesi potranno in questo modo condividere le loro esperienze. Ma siate attenti a non considerare solo la capacità tecnica di un volontario a scapito della sua adesione alla mission e allo spirito del BA.

Aggiungerei che in  alcuni BA esiste la figura del volontario incaricato di reclutare altri volontari.

Il contratto

Si tratta spesso di un contratto morale, ma in alcuni BA può essere anche scritto.

In ogni caso è fondamentale fissare alcune regole:

·      Il candidato deve aderire alla mission e ai valori del BA;

·      occorre rendersi conto delle disponibilità di tempo durante la settimana e pretendere una certa regolarità nel servizio;

·      Precisare la mission affidata e prevedere momenti di colloquio per verificare l’assolvimento della mission stessa. In caso di un serio disfunzionamento non bisogna aver paura di allontanare il volontario: ne va talvolta dell’equilibrio della squadra.

·      Alcune responsabilità devono avere una scadenza, per esempio quella del Presidente di un BA. E’ un tema che merita di essere discusso. La storia ci ha dimostrato che alcuni Presidenti si attaccano al loro incarico paralizzando lo sviluppo del BA. Alcuni allontanamenti sono stati vissuti molto male: depressioni o esternazioni controproducenti! In quei casi l’idea di “servitore” era stata completamente dimenticata.

·      Alcuni volontari ci tengono a precisare fin dall’inizio che il loro impegno avrà una durata ben precisa nel tempo. Questo rappresenta un vantaggio per prevederne la sostituzione.

Il lavoro di squadra

Occorre prevedere degli incontri regolari con i volontari in modo da poter verificare ciò che hanno realizzato ma anche condividerne  difficoltà e  desideri. Il volontario si sente quindi riconosciuto in ciò che fa e questo gli permette di ricevere al meglio ciò che gli altri desiderano condividere con lui.

Il rapporto stipendiato/volontario

Ho vissuto 25 anni lavorando con squadre miste salariati/volontari. Situazioni a volte ricche e complesse.

Non è sempre facile trovare l’equilibrio. Bisogna escludere il rapporto “dominato-dominatore” e mettersi in una relazione di complementarietà: abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Ricordiamo una volta di più che il volontariato rappresenta la forza viva delle nostre reti, ma  per raggiungere la mission occorre anche una certa presenza assidua nella funzione, presenza che il volontario non  è sempre in grado di garantire.

In questo senso si esplicita l’idea di complementarietà delle funzioni.

Occorrono inoltre momenti di scambio di esperienze perché ciascuno possa condividere il suo vissuto e correggere gli equivoci.

Ecco molto rapidamente, cari amici, alcune riflessioni che desidero condividere con voi per aiutarvi nelle vostre riflessioni sul volontariato.

Sono molto dispiaciuto di non poter essere con voi oggi e vi auguro un congresso fruttuoso e conviviale.