CIBO E NORMATIVA | L'Arena 7/11/16
CIBO E NORMATIVA. I prodotti scartati costano al Paese 12,5 miliardi di euro ogni anno
Una legge contro lo spreco Meno costi e più donazioni
Obiettivo del governo è il recupero di 1 milione di tonnellate di alimenti con priorità della loro destinazione per l'assistenza agli indigenti
Nella legge, la lotta allo spreco delle famiglie fa la parte del leone
Non si è mai parlato tanto di alimentazione come in questo momento. E, dall'altra parte, non si è mai sprecato così tanto cibo. È il paradosso del sistema agroalimentare europeo, che sta vivendo una profonda evoluzione. Di fronte a 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che vengono sprecati ogni anno - un terzo della produzione alimentare mondiale - 868 milioni di persone soffrono di denutrizione, mentre un miliardo e mezzo sono obese o sovrappeso. Gli sprechi alimentari costano all'Italia 12,5 miliardi di euro: il 54% sono persi al consumo, per il 21% nella ristorazione, per il 15% nella distribuzione commerciale, per l'8% nell'agricoltura e per il 2% nella trasformazione. Occorre allora ripensare i modelli di sviluppo della produzione, della distribuzione e del consumo per limitare la quantità di cibo sprecato, attuare le riforme agrarie che constano in un utilizzo più sostenibile del suolo e la limitazione della speculazione finanziaria (collegata all'uso «no food» delle principali derrate alimentari). Non solo. È necessario promuovere, anche dal punto di vista educativo, un consumo più consapevole e salubre del cibo, insieme a stili di vita più sani. LA LEGGE ANTI-SPRECHI. Qualche passo in questa direzione si sta facendo. Lo scorso 2 agosto il Senato ha approvato in via definitiva la Legge per la limitazione degli sprechi alimentari, ossia di quei prodotti ancora commestibili, che vengono scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali, estetiche e perché prossimi alla scadenza. Tra gli obiettivi della norma ci sono l'incremento del recupero e della donazione delle eccedenze alimentari (ossia dei prodotti che restano invenduti per diverse ragioni), con priorità della loro destinazione per l'assistenza agli indigenti. Allo stesso tempo si favorisce il recupero di farmaci e di altri ai fini di solidarietà sociale. Importante anche la limitazione degli impatti negativi sull'ambiente e all'educazione dei cittadini per diminuire gli sprechi alimentari. Con questa norma si vuol raggiungere l'obiettivo di recuperare 1 milione di tonnellate di cibo, donandolo a chi ne ha bisogno attraverso l'attività degli Enti caritatevoli. Grazie alla nuova Legge donare diventa più semplice, vengono previsti tagli degli adempimenti burocratiche e introdotte modalità e requisiti semplificati di comunicazione telematica all'Amministrazione Finanziaria. Le disposizioni si aggiungono a quelle già contenute nella Legge di Stabilità 2016, che ha alzato la soglia di comunicazione della donazione da 5 a 15 mila euro. Viene potenziato il ruolo del Tavolo indigenti del ministero delle Politiche agricole, che vedrà la partecipazione anche delle Organizzazioni agricole insieme agli enti caritativi, industria e grande distribuzione. È previsto un finanziamento di 2 milioni di euro per l'acquisto degli alimenti da destinare agli indigenti. Da qualche giorno il Mipaaf ha attivato il bando Agea per l'acquisto di latte crudo da trasformare in Uht e donare ai più bisognosi. I Comuni hanno la facoltà di applicare un coefficiente di riduzione della tariffa sui rifiuti alle utenze non domestiche (Tari) relative alle attività che producono e distribuiscono beni alimentari, in caso di donazione gratuita agli indigenti. E ancora, quando vengono confiscati prodotti alimentari, l'Autorità competente può disporre la cessione gratuita con priorità all'alimentazione dei più bisognosi. Lo spreco delle famiglie fa la parte del leone. Affinché la normativa possa raggiungere gli obiettivi prefissati, occorre una «maggiore sensibilità degli italiani». La situazione è grave: in media durante l'anno vengono buttati nel bidone della spazzatura 76 chili di prodotti alimentari pro-capite. Per questo serve una svolta culturale in grado di arginare la voragine dello spreco domestico.
Attilio Febi