La «Legge dell'esistenza»: Siticibo come dono di bellezza e di gratitudine
Un lavoro che amiamo, circondarsi di persone con i nostri stessi valori, farsi travolgere dalla bellezza che viviamo ogni giorno. Questi sono alcuni dei doni che tutti vorremmo avere la fortuna di avere e che Nino Venuto, “papà” di Siticibo, vuole raccontarci in occasione del Giorno del Dono, che si celebra ogni anno il 4 ottobre.
Siticibo è un dono per l’ambiente, per l’economia, per la comunità tutta. E Nino sa bene quanta speranza viene restituita a tutte le persone in difficoltà che vengono aiutate grazie all’attività di Siticibo. Ma donare è un’azione a doppio senso: si dà, ma si riceve anche. E quello che tutti i volontari ricevono donando loro stessi, il loro tempo e le loro energie durante Siticibo ce lo racconta proprio Nino.
«Vorrei rispondere con la battuta di Jovanotti: “Sono un ragazzo fortunato”. Ragazzo forse non lo sono più, ma fortunato lo sono eccome».
Così ci dice Nino, con gli occhi luminosi, occhi che hanno visto centinaia di volontari, di persone fragili, di storie difficili, di legami profondi.
Nino ha iniziato a lavorare a Banco Alimentare della Sicilia ben 17 anni fa, ma è diventato nostro volontario nel 2000. E da lì, una storia d’amore senza fine.
«Ho iniziato come volontario coordinando la colletta del mio paese, Paternò, per poi proseguire a fare parte di Banco Alimentare gestendo diverse mansioni: dall’attività in magazzino al rapporto con le aziende fino ad essere responsabile operativo e, oggi, mi occupo a tempo pieno del programma Siticibo», ci inizia a raccontare Nino.
«Siticibo è davvero un dono speciale: riesce non solo a racchiudere tutti i 5 valori di Banco Alimentare, ma anche ad intrecciarli tra loro. Siticibo significa sostenibilità, perché restituisce valore a un bene che stava per essere disperso nell’ambiente; e questo è anche un beneficio sociale, perché riconsegnare valore a un possibile rifiuto è un bene per tutta la collettività; e, certamente, tutto ciò è anche un lavoro di responsabilità».
Quando si gestisce tutta la catena del bene legata a Siticibo, si vive anche il dono della passione, delle persone, della condivisione. «Ecco, Siticibo è un dono anche per me. È un’occasione di incontro, è la possibilità concreta di avere tra le mani non solo un lavoro, ma anche un lavoro che piace».
La luce negli occhi di Nino si accende ancora di più quando inizia a raccontare una delle tante esperienze che lo hanno segnato particolarmente durante l’attività di Siticibo. «Ci sono migliaia di storie che potrei raccontare che mi hanno fatto capire di star vivendo un dono. L’ultima che mi ha colpito è la storia di un volontario: faceva un ritiro di cibo da un punto vendita lontano da dove viveva ma vicino al suo lavoro. Poi è arrivata la pensione; poteva smettere, non avendo più una “scusa” per partecipare a Siticibo e per stare con noi… Ma non lo ha fatto. Ha continuato a fare la stessa strada: 50 km tra andata e ritorno. Quando gli abbiamo comunicato di aver trovato una struttura caritativa vicina a quel punto vendita, e che quindi non era più indispensabile che lui venisse… ha avuto un nodo in gola. Era dispiaciuto, commosso. Il vero valore non era solamente il ritiro in sé, ma l’amicizia con i dipendenti del supermercato, il legame forte che si era creato con il magazzino, il rapporto che si è rafforzato negli anni». Una breve pausa scandisce questo momento in cui Nino ci racconta questa storia. Poi, troviamo, insieme, una parola che riesce a racchiudere l’attività di Siticibo: è trama. Siticibo è un intreccio di rapporti, è un legame che unisce speranza, umanità, solidarietà. È una concezione diversa della vita «in tempi moderni in cui prevalgono negatività, individualismo, scetticismo» .
La gratitudine è quindi qualcosa che non può andare a senso unico: si è grati quando si dona, ma si dona anche perché si è grati.
«Come si fa a non essere grati, dopo aver vissuto tutto questo? Il lavoro che svolgiamo qui a Banco Alimentare corrisponde alla natura di tutti noi: abbiamo l’esigenza di interessarci agli altri, è proprio una legge dell’esistenza. E tanto più vivo quest’esigenza, tanto più realizzo me stesso. Sono grato del dono che ho di vivere un lavoro che mi piace, che mi appassiona, che mi rispecchia: è un concetto di corrispondenza».
Ma la bellezza di quest’intreccio sta anche nella sua condivisione. «È bellissimo vivere quotidianamente con persone che vivono in questa forma, vedere persone grate che offrono il loro tempo gratuitamente. Siticibo dà a centinaia di volontari la possibilità di incontrare tutti coloro che vivono in contesti fragili e accendere quella piccola luce in mezzo ai periodi bui facendoli sentire guardati, accolti, accuditi. C’è bisogno anche di questa parte più umana che inizia dal sorriso dei volontari per arrivare alla speranza delle persone in difficoltà, fino a costruire un vero rapporto. La condivisione di tutta questa realtà è davvero qualcosa di concreto, di puntuale, quotidiano».
Il senso di gratitudine e di umanità che si respira durante Siticibo non viene rinchiusa ciecamente nelle ore di lavoro, ma si riversa anche nella vita di tutti i giorni. «Ti cambia in meglio. Come faccio a non essere grato dopo che vivo tutta questa grande bellezza? Come faccio a vivere diversamente?».
Come si fa a vivere diversamente dopo aver conosciuto il mondo del volontariato, dopo aver toccato con mano realtà fragili, dopo aver assistito a quanto bene c’è nel mondo?
Nino, tu sei davvero un “ragazzo fortunato”, ma siamo fortunati anche noi nell’avere la tua passione, dedizione e sensibilità per il tuo lavoro e nel poter testimoniare tutta questa bellezza per riscoprire davvero una nuova legge dell’esistenza: esserci per e con l’altro.
Grazie, Nino! E grazie Siticibo!