La mensa del Viandante. C’è un cuore tra i fornelli
Entrare alla Mensa del Viandante di Quartu Sant’Elena è un'esperienza unica, si percepisce subito la passione e l'amore dei volontari nell'aiutare le persone in difficoltà. Mi accolgono subito con grande familiarità, come se mi conoscessero da sempre e mi danno il permesso di fare le foto. C’è tanto da fotografare: i volontari che stanno finendo di preparare i pacchi che tra poco verranno distribuiti, la cucina e il piccolo giardino esterno.
Mi fanno accomodare nell’ufficio e iniziamo la nostra intervista.
Marco e Monica, i responsabili, mi parlano della loro esperienza e mi fanno capire davvero cosa voglia dire fare il volontario e il rapporto speciale che si crea con gli assistiti: “Il nostro ruolo è quello di aiutare e ascoltare, non tanto per dire che fai il volontario. Non puoi dare il pacco e basta, non voglio che vengano trattati male, vado su tutte le furie. Per me sono una seconda famiglia. Molti prima di venire qua bevevano, adesso non bevono più… deve essere l’acqua del Banco Alimentare, le caramelle, i cioccolatini. Ma soprattutto l’accoglienza che diamo. Devi cucinare con il cuore, altrimenti non viene buono. Tutto questo poi ti ripaga… se avessi potuto avrei fatto di più”
“Se dovessi scegliere tra uno che dorme per strada e uno che ha una casa, preferisco dare il pasto pronto a chi è senza casa, mentre a chi la casa ce l’ha diamo prodotti da cucinare. Non li mandiamo via senza niente, possiamo accontentare tutti” dice Marco. Assistono circa 50 persone fisse, con pochi saltuari.
“Il Banco Alimentare è la principale fonte di donazioni, senza non avremmo potuto tenere aperto… saremmo andati avanti solo col catering. Ci aiuta anche il Comune, la Curia, il Banco di Sardegna. Con le ultime donazioni siamo anche riusciti a fare dei pacchetti con prodotti per l’igiene personale”.
Mi raccontano che la Mensa del Viandante appartiene alla conferenza vincenziane di San Lorenzo, di cui fanno parte la parrocchia, il direttivo e la mensa gestita da tutte le strutture. È nata nel maggio del 2003 per rispondere al bisogno primario per famiglie in difficoltà e per singoli senza casa e senza lavoro, persone che forse stavano economicamente bene, avevano una vita lavorativa e sociale dignitosa e che poi, si sono ritrovati senza più niente. La Mensa è stata realizzata con l’aiuto delle suore che hanno donato una ex cappella. “Dobbiamo ringraziare moltissimo le suore, senza di loro non saremmo potuti andare avanti perché gli affitti sono troppo alti”. I lavori di ristrutturazione e l’acquisto degli arredi sono stati realizzati grazie alla generosità dei cittadini quartesi, che si sono impegnati sia fisicamente che economicamente per la buona riuscita dell’opera. Grazie alla vincita del concorso bandito dal Consiglio Nazionale delle Conferenze Vincenziane sono riusciti, inoltre, a costruire una doccia con una zona lavanderia per gli assistiti senza fissa dimora. Non è solo un servizio mensa ma un’assistenza completa.
Marco mi parla anche del suo rapporto con la moglie, la sua più grande sostenitrice: “La cosa più bella è quando ti sostiene la persona che ti sta a fianco nella vita. È una fortuna avere il suo supporto perché altrimenti non potrei dedicare alla mensa tutto il tempo che vi dedico attualmente. Quando sbagli ti aiuta e ti corregge, quando sei stanco e affranto ti sta vicino.”