Qui, altrove. Cronaca di una domenica sera
“Lavoro al Banco Alimentare da alcuni anni – racconta Letizia Cassarà -. Una domenica sera ho deciso di fare il servizio di ronda notturna con l’associazione Anirbas; con me ci sono alcuni ragazzi di scuola media, insieme porteremo i pasti caldi ai clochard di Palermo. Saliamo sul loro pulmino: prima tappa il benzinaio, ci si tassa per pagare la benzina.
Già alla prima sosta noto una fila di persone che ci aspetta. Distribuiamo pasti, vestiario e coperte. Una signora indossando un capo appena avuto in dono sfila contenta; la strada diventa una passerella”.
“Sotto i portici c’è Mimmo, ha organizzato una vera stanza con tanto di quadri appesi, sta facendo le pulizie e si arrabbia con il suo cane che cammina sulla sua coperta.
Il pulmino sfreccia da un punto all’altro della città. Noto una signora in disparte, gli altri in fila la fanno passare per prima, sono contenta di questo gesto educato” confida Letizia.
“Stazione centrale, sono tanti, fanno storie per mettersi in fila, stanno per darsele. Tanti iniziano a parlare con me, chi dorme sui vagoni, chi viene da Torino. Più in là troviamo Andrea è ubriaco disteso a terra, lo alziamo, inizia a scherzare vedo che i volontari sono suoi amici, gli portiamo la cena. Il clima è ormai familiare, è bello vedere studenti, mamme, stranieri, che offrono così il loro tempo. Rientriamo, senza rendercene conto, dopo la mezzanotte, aiutiamo a sistemare. I ragazzi non hanno fretta di ritornare a casa. Salutiamo e ringraziamo tutti. Saliti in macchina, ringraziamo il Signore per essersi fatto presente, i ragazzi sono seri, chiedo loro di custodire nel loro cuore gli occhi delle persone incontrate, sicura che il mondo è salvo nella carità verso il fratello bisognoso”.
Nomen omen. Letizia, grazie!