Dal dolore alla speranza: il cambiamento di Andrea
di Michela Morcone
“Aspetta, devo finire di lavorare” è la frase che potresti sentirti dire da Andrea se gli chiedi di fare una pausa, frase che sintetizza la sua essenza di instancabile lavoratore, sempre pronto a dare una mano a tutti.
Le sue mansioni al Banco Alimentare della Daunia sono molteplici: lo scarico delle merci con il muletto, il carico degli alimenti a mano, la pulizia del magazzino così come le attività di rimodernamento dello stesso, per non parlare poi dei lavori creativi per decorare l’ambiente, che sente come casa. Infatti è mentre realizza un albero di Natale con materiali da riciclo che chiacchieriamo e mi racconta la sua vita.
Mi parla della sua infanzia, segnata dalla sofferenza e dalle difficoltà: la separazione dei suoi genitori all’età di due anni, la solitudine di sua madre nel crescere la numerosa famiglia e l’assenza di suo padre sono stati i presupposti per scatenare in lui rabbia e ribellione.
Ha cominciato a commettere reati e a fare uso di sostanze stupefacenti, cercando una via di fuga dal suo tormento interiore. Il giorno del suo arresto è stato per lui un momento cruciale perché si è ritrovato a fare i conti con la sua coscienza.
Da lì, la svolta: durante la sua detenzione, Andrea ha vissuto un cambiamento profondo, grazie soprattutto alla fede che ha trasformato il suo dolore in speranza. Poi è arrivato Banco Alimentare perché, mi confessa, “non avrebbe potuto semplicemente accettare Gesù nel suo cuore e continuare a vivere come prima”.
E fa riferimento al passo di Giacomo 2,14-26, che ha avuto un impatto enorme su di lui, ispirandolo profondamente. Il passo biblico dice che la fede senza le opere è morta: non basta quindi avere fede, bisogna anche dimostrarla attraverso le azioni e, per Andrea, questo significa dedicare la sua vita ad aiutare gli altri. “Ecco perché il mio lavoro al Banco Alimentare della Daunia è così importante per me. È il modo in cui posso restituire e dimostrare l’amore di Dio attraverso le mie azioni”, spiega Andrea.
Da 5 mesi Andrea si reca ogni giorno al magazzino di Banco Alimentare della Daunia, che ha sede a Foggia, dove trova gioia e soddisfazione nell’aiutare il prossimo: “questo lavoro mi fa star bene perché pensare che il cibo che diamo alle associazioni arriva alle famiglie in difficoltà mi fa sentire una persona utile”.
Questa esperienza di vita rappresenta una rinascita per Andrea perché sin da subito si è sentito accolto come un fratello. Il direttore Gianluca e tutto lo staff sono diventati per lui una seconda famiglia.
Ma la gioia più grande di Andrea sono i suoi tre figli, che ama profondamente, “il dono più bello che Dio potesse farmi”, racconta. Ogni momento con loro è un ricordo prezioso, ogni abbraccio, ogni risata, ogni piccolo gesto d’amore sono un tesoro che custodisce gelosamente nel suo cuore.
La sua esperienza dimostra che con l’amore possiamo superare qualsiasi ostacolo e ritrovare la vera serenità.